Discorso 30° Co.El.

Il 15 Luglio 2010, Angelo Cortesi, amministratore di Co.El., ha invitato la sua famiglia, gli amici, i colleghi, i fornitori e i clienti, a festesteggiare tutti insieme i 30 anni di vita della Co.El..

L’evento è stato organizzato tra le mura del meraviglioso Castello di Rossino.

Di seguito è riportato il testo del discorso tenuto dal presidente dell’Anccem, che commenta il passato, crede nel futuro e ringrazia tutti quelli che hanno partecipato all’attività della Co.El.:

Cari amici grazie per essere intervenuti a questa piccola festa in occasione del 30° anno di attività della CO.EL. In questi giorni riflettevo e ricordavo il passato. Pensavo a come eravamo e a come siamo. Certo potevamo crescere anche di più come dimensioni, ma crescere non è solo diventare più grossi, fare più fatturato. Crescere è anche cambiare mentalità, adattarsi a situazioni e fasi economiche nuove; crescere è saper considerare nella strategia di sviluppo aziendale elementi che in un passato anche recente non avremmo mai pensato che dovessero condizionare lo sviluppo di un’azienda.
E da questo punto di vista siamo cresciuti tantissimo. Co.El. è un’azienda un po’ diversa e diversa lo è sempre stata, fin dalla nascita. Appena nati per esempio, abbiamo scelto di uscire dal mercato delle armi, che rappresentava circa un quinto dell’intero nostro fatturato. Ricordo i discorsi che hanno portato a questa scelta, tra i soci di allora: È troppo semplice sostenere che non siamo noi a tirare il grilletto o non siamo noi a lanciare la bomba, pertanto non abbiamo responsabilità. Come è troppo semplice affermare che una molla non ha mai ucciso nessuno, ma senza quella molla l’arma non sparerebbe e la bomba non esploderebbe… Sostanzialmente la sfida era quella di fare soldi senza ledere nessuno. Il profitto non può essere il fine dell’impresa e non è possibile giustificare azioni nefande e vergognose nel suo nome. (mettiamoci dentro anche i derivati e i giochi sporchi della finanza) Credo che, nel nostro caso, negli anni il pensiero di un profitto giusto, non rubato, abbia preso forma e si sia poi col tempo, affinato. Oggi, noi imprese, oltre che a scelte doverose di correttezza, trasparenza e onestà, abbiamo gravi problemi da affrontare e da risolvere. L’inquinamento, il dissesto ambientale, l’aumento della povertà e dell’indigenza che alimenta le ingiustizie e le tensioni sociali, non permettono più rinvii e tentennamenti. Le imprese si devono fare carico di questi problemi e questo atteggiamento si chiama responsabilità sociale dell’impresa. Essere responsabili vuol dire rispondere. Rispondere alle istanze che vengono dal territorio, dalla gente, dall’ambiente. Ritornando a noi abbiamo ancora tanta strada da fare e anche contraddizioni da superare ma ci sforziamo di portare avanti scelte nello spirito della filosofia della responsabilità e della sostenibilità. Fare scelte sostenibili vuol dire pensare ai nostri figli e ai figli dei nostri figli, vuol dire pensare al futuro. Questo pensiero non può essere demandato sempre agli altri. Tutti noi siamo chiamati a fare scelte responsabili e sostenibili. Per esempio, non è più possibile acquistare prodotti pensando solo al vantaggio economico, senza considerare quanto inquina quel fornitore o quanta energia e quante risorse servono per realizzare e utilizzare quel prodotto qui nella mia azienda. Quindi calcolare il trasporto non solo come costo, ma come consumo. Oggi purtroppo disponiamo di prodotti economici ma che utilizzano quantità di risorse maggiori.

Allo stesso modo si deve considerare l’impatto del lavoro inteso come ricchezza distribuita, sul territorio che lo realizza. Noi siamo anche fortunati perché nel nostro territorio lecchese esistono fornitori che producono filo e nastro di buona qualità e CoEl tiene conto di questo, al di là del prezzo puro e semplice.
Con questo pensiero abbiamo cercato di sviluppare rapporti solidi mettendo al centro la qualità, il servizio e un po’ meno il prezzo. Ciò ci ha permesso di avere fornitori trentennali con i quali spesso nel tempo sono nate amicizie. Il rapporto che è cambiato maggiormente però in questi anni, è quello con il cliente. Dopo l’anno 2001 anno che ci aveva visto perdere alcune quote di fatturato più per colpa della strategia aziendale che per colpa delle torri gemelle, il cliente è diventato il nostro asset più importante. Da servo delle nostre abitudini e del nostro umore è diventato la chiave di volta. qualsiasi cosa il cliente chieda noi ci mettiamo nell’atteggiamento mentale di fare quella cosa. Siano esse modifiche insensate piuttosto che consegne impensabili, che richieste fantasiose noi ci predisponiamo per fare ciò che il cliente ci chiede. Poi succede ancora di non riuscire ad accontentarli, ma per lo meno non c’è più quel muro pregiudiziale avverso che avevamo prima e che lui aveva cominciato a percepire come molto negativo. (mi piacerebbe che i nostri fornitori avessero questo senso del cliente).
Definiamo i clienti e i fornitori patrimonio dell’azienda stessa, Un grazie ai nostri clienti e ai nostri fornitori.


Il cambiamento ha riguardato naturalmente anche il versante interno all’azienda. C’è stato un forte rinnovamento nel parco macchine, ampliandolo e modernizzandolo continuamente, (sono ormai anni che la Co.El. investe quasi il 15% del suo fatturato ogni anno in tecnologia e innovazione, eccetto nel 2009 dove abbiamo dovuto dare uno stop agli investimenti). Ma c’è stato un forte cambiamento anche tra i nostri collaboratori. D’altra parte dobbiamo ammettere che se la CO.EL. è cresciuta e maturata nella qualità, nei servizi, nell’assistenza, nella consulenza ai clienti, è per merito di tutta la squadra. Frutto della formazione, ma anche dell’impegno, dell’adattabilità anche nei momenti brutti, come con la cassa integrazione nel 2009. Permettetemi di nominare la squadra. Agnese e Simona, preziose collaboratrici, Andrea senior, Enrico, Marina, Andrea junior. ultimo arrivato. Poi un grazie particolare a Mattia, Tommaso e Damiano, i miei figli. Da loro la spinta alla crescita che ho appena illustrato. Sono diventati degli ottimi mollisti e mi sostituiscono ottimamente ormai in tutte le funzioni. Senza di loro non avrei potuto fare tante cose, compreso il presidente di Anccem. Grazie ragazzi, sono orgoglioso di voi. Per ultimo un pensiero a Santa Mimi, mia moglie, per la sua presenza defilata, la sua pazienza infinita, la sua disponibilità generosa e la sua propensione a dimenticare le mie arrabbiature e le mie intransigenze. Grazie Mimi.

Discorso di Angelo Cortesi al 30° Co.El.